< Favole di Esopo
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Esopo - Favole di Esopo (Antichità)
Traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
Del Leone invecchiato
Del Corvo, e la Volpe Del Cane, e dell'Asino

Del Leone invecchiato. 117.

I
l Leone nella sua gioventù s’aveva fatti molti nemici, e ne fu castigato nella vecchiezza. Perchè le bestie fecero loro vendetta, ed il Porco lo percoteva co’ denti, ed il Toro con le corna, ed innanzi a tutti l’Asino volendo cassare l’antico nome della sua pigrizia, con parole l’offendeva, e con calci. Il Leone allora piangendo disse: Questi che mi nuocono fanno il lor debito, perchè io ancora ho nociuto ad essi, ma quelli alli quali ho giovato non m’ajutano, e mi nuocono. E sono stato pazzo, perchè mi ho fatti molti nemici, e più pazzo, perchè mi son confidato in falsi amici.

Sentenza della favola.

La favola ti ammonisce, che nella, fortuna prospera tu non ti alzare, nè esser superbo; perchè se la fortuna si muta, tutti quelli, che hai offeso, si vendicheranno; e fa che si facci differenza fra gli amici, perchè sono certi di quelli, che sono tuoi, ma della tutavola, e della tua fortuna: la quale come si muta, quelli ancora ti voltano le spalle.


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