< Favole di Esopo
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Esopo - Favole di Esopo (Antichità)
Traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
Del Villano, e del Serpente
Del Corvo, e delli Pavoni Della Volpe, e della Cicogna

Del Villano, e del Serpente. 132.


U
n Villano avendo nutrito un Serpente in casa, si corrucciò con esso, e gli andò adosso, e ferillo, ed egli fuggì via. Venendo poi il Villano in povertà, pensò, che questa disgrazia gli fosse accaduta per l’ingiuria ch’avera fatta al Serpente, e lo pregò, che volesse tornare in casa; e gli perdonasse. Quello di risposo, che gli perdonava, ma non voleva tornar in casa, perch’egli non sarìa mai sicuro con lui, pur alla fine entrò in casa, ma sempre ritenne la memoria dell’ingiuria.

Sentenza della favola.

Moralità. Ad un mancator di fede non aver fede, perdonar l’ingiurie è cosa di misericordia, ma aversi cura è cosa di prudenza.

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