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Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/Versi di occasione
XXII
GIUNGENDO A ROMA
nell’anno santo.
(1600)
Felici colli, simulacro vero
del valor de le chiare alme latine,
in cui serpe fra l’edre e le ruine
la maestá del giá caduto impero;
non per veder nel Campidoglio altèro
statue o colonne incenerite alfine,
né quanto de l’antiche opre divine
contra ’l tempo e l’oblio si serba intero;
ma per baciar de la salute il segno
sul piè del gran pastor sacrato e santo,
dietro l’orme del core a voi ne vegno;
e ’l sangue e l’ossa degli eroi, che tanto
qui sudâro a fondar piú stabil regno,
lavar pietoso ed ammollir col pianto!
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