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Libro primo - Capitolo 45
Libro primo - 44 Libro secondo - 1

Teneramente raccomandò la reina alle balie le picciole creature, e con sollecita cura le facea nudrire. Ma poi che, lasciato il nudrimento delle balie, vennero a più ferma età, il re facea di loro grandissima festa, e sempre insieme realmente vestir li facea; e quasi non gli era la pulcella, che in bellezza ciascun giorno crescea, men cara che fosse il suo Florio. E vedendo che già Citerea, donna del loro ascendente, s’era dintorno a loro ne’ suoi cerchi voltata la sesta volta, provide di volere che, se la natura in senno gli avesse in alcuno atto fatti difettosi elli, studiando, per la scienza potessero ricuperare cotal difetto. E fatto chiamare un savio giovane, nominato Racheio, nell’arti di Minerva peritissimo, gli commise che i due giovinetti effettuosamente dovesse in saper leggere ammaestrare. E appresso chiamato Ascalion, simigliantemente amendue glieli raccomandò, dicendo: - Questi sieno a te come figliuoli. Niuno costume né alcuna cosa, che a gentili uomini o donne si convenga, sia che tu a costoro non insegni, però che in loro ogni mia speranza è fissa: e essi sono l’ultimo termine del mio disio -. Ascalion e Racheio presero i commessi uficii; e sanza alcuna dimoranza incominciò Racheio a mettere il suo in essecuzione con intera sollecitudine. E loro in brieve termine insegnate conoscer le lettere, fece loro leggere il santo libro d’Ovidio, nel quale il sommo poeta mostra come i santi fuochi di Venere si deano ne’ freddi cuori con sollecitudine accendere.

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