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Giovanni Boccaccio - Filocolo (1336)
Libro quarto - Capitolo 141
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Giungendo questa voce agli orecchi di Ascalion e degli altri, i quali veramente la conobbero, di tristizia gli animi subitamente spogliarono, di quella letizia rivestendogli, che Isifile nel dolore di Ligurgo si rivestì co’ riconosciuti figliuoli. E Ascalion, prima che alcuno, rispose: - O fortunato giovane, il quale morto estimavamo, e per te noi tutti tuoi compagni morire disideravamo, multiplica con la verità la nostra letizia e dinne per la potenza de’ tuoi iddii se tu se’ vivo come ne parli, o se alcuno spirito, volendoci dal fermo volere levare, parla per te nelle accese fiamme: acciò che, se tu vivi, solliciti la tua salute cerchiamo, e se non, la proposta morte prendiamo sanza più stare -.
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