Questo testo è completo. |
◄ | Libro quinto - 71 | Libro quinto - 73 | ► |
Quivi pervenuti e saliti alle gran sale, si rincominciano le mirabili carezze e feste. E Mennilio con gli altri, parlando con Ascalion escono di dubbio udendo la cagione per che altra volta a loro si tenessero celati: e rimasi contenti, niuno ad altra cosa che a festeggiare intende. Florio, delle avvenute cose oltre contento, quivi la sua magnanimità comincia a mostrare, e i gran tesori lungamente guardati dona e dispende, pure che i prenditori sieno. Niuno gli va davanti, che sanza dono si parta, e ’l simigliante il duca e gli altri fanno: e quasi niuno è in Roma che per ricevuto dono o molto o poco non sia loro tenuto. Ampliasi la loro fama, e come dii vi sono riveriti. Niuno v’è che non s’ingegni di piacere loro e di servirgli: e questo aggrada molto a Mennilio e a Quintilio, e lieti vivono di tale parente, e con gli altri faccendo festa, quella lungamente fanno durare.