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Dante Alighieri - Il Fiore (XIII secolo)
XLIII
XLII XLIV

XLIII

Ragione.

     — «Amico, guarda s’ tu fai cortesia
di scondir del tu’ amor tal damigella
chente son io, che son sí chiara e bella
4che nulla falta in me si troveria!
Nel mi’ visaggio l’uon si specchieria,
sí non son troppo grossa né tro’ grella,
né troppo grande né tro’ picciolella:
8gran gioia avrai se m’hai in tua balía.
     Ched i’ sí ti farò questo vantaggio,
ch’i’ ti terrò tuttor in ricco stato,
11sanz’aver mai dolor nel tu’ coraggio.
E cosí tenni Socrato beato;
ma mi credette e amò come saggio,
14di che sará di lui sempre parlato.»

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