< Fiore
Questo testo è completo. |
Dante Alighieri - Il Fiore (XIII secolo)
XXXVII
◄ | XXXVI | XXXVIII | ► |
XXXVII
Ragione.
— «Falsar tal saramento è san peccato,
poi ten ciascun, secondo Dicretale,
che, se l’uon giura di far alcun male,
4s’e’ se ne lascia, non è pergiurato.
Tu mi proposi che tu se’ giurato
a questo Dio, che t’ha condotto a tale
ch’ogne vivanda mangi sanza sale,
8sí fortemente t’ha dissavorato.
E sí si fa chiamar il Die d’amore!
Ma chi cosí l’appella fa gran torto,
11ché su’ sornome dritto sí è Dolore.
Or ti parti da lui, o tu se’ morto,
né nol tener giá ma’ piú a signore,
14e prendi il buon consiglio ch’i’ t’apporto.»
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.