< Fosca
Questo testo è completo.
Capitolo X
Capitolo IX Capitolo XI

X.


Ho voluto accennare brevemente a questa passione d’amore che fu la più vera e la più grande della mia vita, per mettere in maggior luce il contrasto di idee e di sentimenti che quell’affetto doveva produrre nella mia anima, in seguito ai fatti che imprendo a raccontare. Durante lo svolgimento di questi fatti l’amore di Clara perdurò vivo e ardentissimo; e non fu che alla vigilia della loro catastrofe terribile che ne fui abbandonato.

È nelle leggi della Provvidenza che l’unione dell’uomo e della donna debba essere passeggiera, e la nostra separazione non fu che una conseguenza di questo decreto inesorabile della natura; ché se le leggi umane hanno potuto imporre a questa associazione una durabilità a vita, l’esperienza ci mostra che le leggi del cuore e le leggi provvidenziali ne trionfano sempre segretamente.

Il matrimonio è l’unione di due creature che si tollerano, e si amano qualche volta di amicizia, mai l’unione di due anime che si amano perennemente di amore.

Questa eternità dell’amore è un’aspirazione degli uomini che si sono quasi illusi di conseguirla imponendosene le apparenze. Se l’amore fosse durevole, la felicità sarebbe ricondotta in un mondo da cui fu forse bandita per sempre.

Da cinque mila anni l’umanità piange sulla caducità dell’amore.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.