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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Carlo Maria Maggi
I
Giace l’Italia abbandonata in questa
Sorda bonaccia, e intanto il Ciel s’oscura;
Eppur ella sì sta cheta e secura,
E per molto che tuoni, uom non si desta.
5Se pur taluno il palischermo appresta,
Pensa a se stesso, e del vicin non cura;
E tal sì lieto è dell’altrui sventura,
Che non vede in altrui la sua tempesta.
Ma che? quell’altre tavole minute,
10Rotta l’antenna, e poi smarrito il polo,
Vedrem tutte ad un soffio andar perdute.
Italia, Italia mia questo è il mio duolo:
Allor siam giunti a disperar salute
Quando pensa ciascun di campar solo.
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