Questo testo è completo.

Gioiosamente canto
e vivo in allegranza,
ca per la vostr’ amanza,
madonna, gran gioi sento.
  5S’eo travagliai cotanto,
or aggio riposanza:
ben aia disïanza
che vene a compimento;
  ca tutto mal talento — torna in gioi,
10quandunqua l’allegranza ven dipoi;
  und’eo m’allegro di grande ardimento:
un giorno vene, che val più di cento.

  Ben passa rose e fiore
la vostra fresca cera,
15lucente più che spera;
e la bocca aulitosa
  più rende aulente aulore
che non fa d’una fera
c’ha nome la pantera,
20che ’n India nasce ed usa.
  Sovr’ogn’agua, amorosa — donna, sete
fontana che m’ha tolta ognunqua sete,
  per ch’eo son vostro più leale e fino
che non è al suo signore l’assessino.

  25Come fontana piena,
che spande tutta quanta,
così lo meo cor canta,
sì fortemente abonda
  de la gran gioi che mena,
30per voi, madonna, spanta,
che certamente è tanta,
non ha dove s’asconda.
  E più c’augello in fronda — so’ gioioso,
e bene posso cantar più amoroso
  35che non canta già mai null’altro amante
uso di bene amare otrapassante.
 
  Ben mi deggio allegrare
d’Amor che ’mprimamente
ristrinse la mia mente
40d’amar voi, donna fina;
  ma più deggio laudare
voi, donna caunoscente,
donde lo meo cor sente
la gioi che mai non fina.
  45Ca se tutta Messina — fusse mia,
senza voi, donna, nente mi saria:
  quando con voi a sol mi sto, avenente,
ogn’altra gioi mi pare che sia nente.

  La vostra gran bieltate
50m’ha fatto, donna, amare,
e lo vostro ben fare
m’ha fatto cantadore:
  ca, s’eo canto la state,
quando la fiore apare,
55non poria ubrïare
di cantar la fred[d]ore.
  Così mi tene Amore — corgaudente,
ché voi siete la mia donna valente.
  Solazzo e gioco mai non vene mino:
60così v’adoro como servo e ’nchino.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.