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Traduzione dal latino di Anselmo Guerrieri Gonzaga (1868)
1868


GLI UCCELLI.

Anitre fortunate, a cui l’aperto
     Aer sorride, e libera nell’ampio
     Margine la tranquilla acqua s’allarga!

     Noi qui dentro di ferro intente reti
     Chiudono; a noi da invidïosi tetti,
     A noi vien tolta la superna luce.
     Le fronde, ahimè!, vediam; le non concesse
     Siepi vediamo, e la pennuta schiera,
     Cui non c’è dato mescolarci. All’aure
     Se mai talvolta immemori spicchiamo
     L’ala, respinta dai tristi cancelli.
     Subitamente si ripiega e cade.
     Nessuno scherzo, nessun dolce amore
     Ci riporta l’april; ninna famiglia
     Di garruletti nidi a sè ci chiama.
     Non l’irriguo ruscel, non il bisbiglio
     Di lieta fonte; ci provvede ignave
     Acque un meschino canaletto. Oh crude
     Esche! Rapiti alla dolcezza vostra,
     D’eterna prigionia strasciniam gli ozi!

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