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Questo testo fa parte della raccolta Rime (Cino da Pistoia)
Guardate, amanti! io mi rivolgo a vui,
Perchè so ben ch’altrui
Intendere non può qual stato è ’l mio.
Amo quanto si può, ne per conforto
5Dell’amoroso affanno altro disìo
Che veder gli occhi della donna mia:
Et ella, perch’io sia
Fra gl’infelici amanti il più infelice,
Questo ancor mi disdice;
10E sol mi mostra tanto il suo bel viso,
Ch’io veggia che ’l mio duol le muova riso.
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