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Omnis caro fœnum...
I.
    Talor sussulto, mentre mi addormento
    sul seno tuo: mentre mi culla il molle
    respiro, odo il tuo cuore, odo le polle
    del tuo sangue pulsare: e n’ho sgomento.
    Sotto un tessuto come di corolle
    tepide un lavorio profondo sento,
    incessante e sì fragile! Un momento
    di silenzio... e mi assale un terror folle!
    L’anima tua risplende in me: viviamo
    oltre l’ora, per sempre; ed un amplesso
    delle tue braccia risuggella il patto.
    Ma il corpo tuo tu non possiedi. A un tratto
    la morte lo nasconde, e te con esso
    tutta, e la vita mia che per te amo.
II.
    Corpi, ove corse il nostro sangue, donde
    questo respiro abbiam, breve e tenace!
    Corpi non nati, ove trarrà per onde
    sempre più vaste il nostro cuor vivace!
    E quello dolce sì per cui mi piace
    questo mio stesso e al mio l'amor confonde,
    che meco trar vorrei fino a la Pace,
    fino al gran Cuor che tutto assorbe, effonde!
    Splendete, belle forme, o voci e sguardi
    e nei trasalimenti intimi essenza
    suscitatrice della vita nova!
    La morte è ovunque. In noi l'insidia cova,
    ci sovrasta la bruta vïolenza.
    Ogni istante è supremo. O Vita, ardi!