< I Persiani (Eschilo-Romagnoli)
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Eschilo - I Persiani (472 a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1922)
Canto d'ingresso
Personaggi Primo canto intorno all'ara

CANTO D’INGRESSO


Entrano in orchestra ventiquattro vegliardi persiani che misurano
il passo sul ritmo lentissimo del loro canto.

coro
I fedeli siam noi dei Signori
persïani partiti per l’Ellade,
i custodi siam noi dei palagi
ricchi d’oro, opulenti. Prescelse
noi, pel senno e per gli anni provetti
a vegliar su la patria il re Serse,
figliuolo di Dario.

E di già per l’assenza del sire,
dell’esercito rutilo d’oro,
troppo in seno tumultua l’anima
presaga di mali.
Poi che tutta partir la sua forza
vide l’Asia, e i suoi giovani invoca;

né alcun messo ancor giunge, non giunge
cavaliere alla nostra città.

       Molti d'essi, da Ecbàtana e Susa,
dal vetusto recinto di Císsino,
movevano a guerra
su corsieri, su navi, o pedoni
ad empir le caterve di guerra:
quali Amistra, Artaferne, Megàbate,
ed Astàspe, signori di Persi.
Ed i re del gran Re tributarî,
si lanciâr con fittissime schiere,
vibrando archi, inforcando corsieri,
paurosi a vedere, terribili
com’è fama, pel cuor temerario
nella zuffa. Ed Artèmbare, vago
di cavalli, e Masistre, e Imeo prode
vibratore dell'arco, e Faràndace
e Sostane signor dei corsieri.
Il gran Nilo dai flutti fecondi
altri poi ne mandava: Susícane,
Pegastàgone egizio, ed Arsàme,
l'alto sire di Menfi la sacra,
e Ariomardo che a Tebe vetusta
tien lo scettro; e le genti palustri
ben destre al remeggio,
moltitudini immense e terribili.

E li segue la turba dei Lidî
delicati, e quanti ebber la culla

nelle interne contrade. Li guida
Metrogate e Arteo prode, signori
ambi e re. Sardi, rutila d’oro,
li sospinge su innumeri carri
aggiogati con quattro, con sei
corridori, tremendo spettacolo.

E Mardonio e Taríbide, incudini
delle lance al cozzar, che dimorano
presso a Tmolo santissima, e i Misî
lanciator’di zagaglie, minacciano
pure all’Ellade il giogo servile.
Babilonia che sfolgora d’oro,
inviò lunghe turbe commiste,
e su navi i guerrieri sicuri
nell’ardire che lancia le frecce.

E ogni gente che stringa la spada,
dall’Asia universa
segue gli ordini fieri del Re.
Tale fiore di giovani mosse
dalle piaghe di Persia. E per essi
tutta or piange la terra asïàna
che nutriali, ch’or n’arde di brama.
Ed il tempo che tanto prolungasi
i padri e le spose
giorno a giorno misurano, e tremano.
Tutti vegliardi sono oramai entrati; e, dopo una larga evoluzione,
si sono aggruppati intorno all’ara di Diòniso, divisi in due semicori,
guidati ciascuno da un corifèo.

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