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SALMO CXI.
1 Del gran Signor gli onori
Cantar di vivo affetto
Imprendo, nel cospetto
De’ virtuosi cori.
Di lui l’opre e’ lavori
Immensi sono, e degni
Che ch’in lor si diletta,
D’acquistarne s’ingegni,
La notizia perfetta.
2 Di luci maestose
Spargon d’intorno i rai.
Giusto egli è sempremai:
E memorie famose
Di prove glorïose
Nel mondo fa bandire.
Egli è dolce e clemente,
E ’l fiero ardor de l’ire,
Acqueta pazïente.
3 Egli, per sua mercede,
A chi, divoto, il teme,
Qualor bisogno il preme,
D’almo cibo provvede.
E con eterna fede,
Del suo giurato patto
Si ricorda, in salute
Del popol ch’egli ha tratto
D’acerba servitute.
4 Ad esso fe’ palesi,
In eccelse maniere,
L’opre del suo potere:
Dandogli i be’ paesi,
Ad empie genti presi;
Drittura e veritate,
È tutto ciò ch’ei face:
Le leggi da lui date
Sono un parlar verace.
5 Sono giusti e leali,
Eterni e permanenti
I suo’ comandamenti.
Da perigli mortali,
E da presenti mali,
Scampo opportuno porse
Alla sua gente amata,
Che, per mai non disciorse,
Seco have collegata.
6 Ei di nome e d’essenza,
È sacro e venerando,
E’ n poter ammirando.
Di lui la riverenza,
È somma sapienza.
Chi gli obbedisce a cenno
Ha la lode suprema
Di valoroso senno,
Che mai non muore o scema.