< I Salmi di David (Diodati)
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SALMO LXIV.
SALMO LXIII SALMO LXV

SALMO LXIV.

1          A’ prieghi miei ed a l’amare grida
     Porgi l’orecchio intento.
     L’alma tremante, o Dio, salva ed affida
     Dal nemico spavento.
2          E mi nasconda la tua destra e copra
     Da l’infida congiura
     De l’empia turba, ch’a mal far s’adopra,
     Con ogni studio e cura.
3          Essa la scaltra lingua affila in bocca,
     Qual coltello tagliente.
     Anche parole avvelenate accocca,
     E saetta repente.
4          E trafigge con quelle il cor sincero,
     Da ricetti segreti
     Ratto l’atterra; e con orgoglio altero
     Beffa tutti i divieti.
5          Ferman fra loro pessimi consigli:
     E lacci di nascoso
     Tendon, dicendo: Chi voltar i cigli
     Cura ver noi pensoso?
6          Sempre ricercan qualche frode nuova
     Con sottili maniere.
     Quant’un cuor cupo e raffinato a prova
     D’inganni può capere.

7          Ma dal Signor fien saettati e morti
     Con fulminanti strali.
     Quegli improviso, per cieche vie scorti,
     Daran piaghe mortali.
8          Essi, e ciò ch’hanno con la lingua ordito,
     Caderanno in ruina.
     Chi gli vedrà contemplerà smarrito
     Lor strage repentina.
9          Tremando, ognun farà conte e famose
     L’opre del gran Signore;
     E sue prove ammirande e gloriose
     Raggirerà nel core.
10          Allor i giusti, in giubilante festa,
     In lui porran la spene:
     Ergendo, in trionfal onor la testa,
     Con le fronti serene.

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