< I Salmi di David (Diodati)
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SALMO LXIV SALMO LXVI

SALMO LXV.

1          Laude in Sion t’attende
     Fra silenzj devoti.
     Quivi ciascun ti rende,
     O Dio, d’offerte i voti.
     E, perch’a’ nostri prieghi,
     Benigno orecchio pieghi,
     Da l’ultimo confine
     Del mondo a te verranno
     Tutte le genti chine,
     E ti riveriranno.
2          Me, lasso, soverchiaro
     Orrendi affanni e guai,
     Che i falli meritaro.
     Ma tu perdon ne dai
     D’ogni offesa e peccato.
     O quant’è l’uom beato,

     C’hai per favor eletto,
     Perchè ti stie vicino,
     E stanzi sott’al tetto
     Del Tempio tuo divino!
3          Di que’ beni e tesori,
     Che tua Magion nasconde,
     Appagheremo i cori.
     Quelle celle feconde
     Di sacre esche e delizie,
     Ne porgeran dovizie.
     O Dio, nostra salute,
     Con gli effetti tremendi
     Di tua giusta virtute,
     A noi risposta rendi.
4          Tu, fin a’ stremi lidi,
     La terra e l’Oceano
     Col tuo valor affidi:
     E de’ monti sul piano
     Fermi l’immote cime.
     Di tua forza sublime
     Accinto e rivestito
     Tu queti il mar fremente,
     E ’l vulgo infellonito
     In tumulto fervente.
5          E quindi, a tondo a tondo,
     Le genti e le famiglie
     De l’universo mondo,
     Per le tue meraviglie
     Tremano riverenti.
     Tutti lieti e contenti
     Di tua larghezza opima,
     Esultan giubilando,
     Per ogni spazio e clima
     U ’l sole va girando.
6          A l’assetata arsura
     De la terra dispensi

     Con tua paterna cura,
     Dal ciel tesori immensi.
     Tu la righi e la bagni
     Co’ tuo’ pregni rigagni:
     Afin che, molle e fresca,
     Il deposto frumento
     In messe adulta cresca,
     Per l’umano alimento.
7          Da tuo’ palchi sovrani
     I suo’ terghi inarcati
     Inaffi, ed anche appiani
     I solchi suoi cavati.
     Con tue minute stille,
     Diffuse a mille a mille,
     Tu la stempri e rammolli,
     E largo benedici
     I suo’ semi e rampolli,
     Perchè fruttin felici.
8          Tu coroni di beni
     De la stagion la fronte:
     I tuo’ ruscelli pieni
     Versan di grasso un fonte:
     Che, sparso per le piagge
     Del diserto selvagge,
     Di leggiadra verzura
     Rinnova lor la vesta,
     Ond’han bestie pastura
     E fanno i colli festa.
9          Di paschi verdeggianti
     Le pianure fiorite,
     Di varie gregge erranti
     Si veggon rivestite:
     E le gran valli aperte
     D’alte biade coperte.
     E tutto in gioia e canto
     Suona di Dio le lodi,

     E gli dà chiaro vanto
     In giubilanti modi.

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