< I Salmi di David (Diodati)
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SALMO LXXX.
SALMO LXXIX SALMO LXXXI

SALMO LXXX.

1          D’Israel pastor fido,
     Dal ciel gli orecchi porgi
     Al nostro amaro grido.
     Tu che Iosef iscorgi,

     Di cara greggia in guisa,
     Di sopra a’ Cherubini,
     Ov’è tua gloria assisa,
     Fa sfavillar gli sguardi tuo’ divini.
2          E desta il tuo potere,
     E soccorri Efraino,
     E Manasse e le schiere
     Del picciol Beniamino.
     Accorri a nostro scampo
     E noi lassi ristora:
     Fanne apparir il lampo
     Del tuo volto e sarem salvati allora.
3          O Dio di schiere armate,
     Infin a quando nieghi,
     Pregno d’ire infocate,
     D’udir i nostri prieghi?
     Tu ne cibi e satolli
     Di dolorosi pianti:
     L’aride foci molli
     Ne fa il colar di lagrime abondanti.
4          Co’ vicini ed amici
     Ne ponesti in contesa:
     E festi che’ nemici
     Fan di schernirci impresa.
     O Dio di stuoli armati
     Sollevaci e ristora:
     Tosto sarem salvati,
     Che del tuo volto spunterà l’aurora.
5          Già d’Egitto recasti
     Una vigna novella:
     Le genti tu cacciasti
     Per dar il luogo a quella.
     Ne l’isgombro terreno
     Mise radici a fondo:
     Sì che tosto ripieno
     Fu de la terra tutto ’l suolo a tondo.

6          Largamente ombreggiava
     Ogni monte sublime:
     Co’ tralci pareggiava
     De’ cedri l’alte cime.
     I lieti rami sporse
     Infin a l’ampio mare:
     Co’ rampolli trascorse
     Fin a toccar d’Eufrate le fiumare.
7          Ora perchè, Signore,
     L’hai tu schiusa e sfasciata:
     Sì ch’a ruba e furore,
     Passanti l’han spogliata?
     I rapaci cinghiali
     Le diero un fiero guasto:
     E’ selvaggi animali
     La fer di lor ingorde brame il pasto.
8          O Dio d’armate schiere,
     Con la faccia benigna,
     Da le celesti spere,
     Riguarda questa vigna:
     Que’ nobili magliuoli
     Da la tua man piantati:
     Ed i dolci figliuoli
     In vigor già da te pieno allevati.
9          In cenere ridutti,
     Di sè non lasciar traccia:
     Son recisi e distrutti
     Per l’agra tua minaccia.
     Ma pur sie la tua mano
     Su l’uom, che con la destra,
     Infra ’l legnaggio umano,
     Di forza armasti valorosa e destra.
10          Nè da te dipartita
     Unque farem ritrosi:
     Se ci mantieni in vita
     T’invocherem pietosi.

     O Dio di stuoli armati
     Sollevaci e ristora:
     Tosto sarem salvati,
     Chè del tuo volto spunterà l’aurora.

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