< I Salmi di David (Diodati)
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SALMO LXXXIV.
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SALMO LXXXIV.

1          Quanti divini ineffabili amori
     Hanno le vaghe tende,
     Ove, fra sacri onori,
     Tua Maestà risplende,
     Cinta d’alate schiere,
     O Signor glorioso, alto guerriere!
2          Arde bramosa, e viensi ardendo manco,
     Dietro al tuo bel Cortile
     L’alma mia, qual istanco
     Agnello fuor d’ovile.

     Te la carne smarrita,
     Te chiama il lasso cor fonte di vita.
3          Presso agli altari tuoi ricetto fido
     Passer solingo trova:
     E rondinella nido,
     U’ figli posa e cova.
     O Dio mio, o Rege eterno,
     De l’Angelico stuol Duce superno.
4          Ben a ragion puossi vantar felice,
     Cui nel sagrato tetto
     Di far dimora lice,
     Ch’a me, lasso, è disdetto:
     E di tue grazie nuove
     Con giubilo a laudarti ognor si muove.
5          Ma pur beato è chi da te lontano,
     Per fede s’avvalora
     In tua potente mano,
     Per adorarti ancora
     In solenne stagione,
     Ed ha le strade al cor di tua Magione.
6          Tal del popol zelante il bel drappello
     A frequentar le feste,
     Varca, voglioso e snello,
     Valli orride e foreste
     Di gelsi, ove l’arsura
     Con onda schietta temperar procura.
7          Or del terreno umor apre le vene,
     Or pioggia in pozzi accoglie:
     E fra sudori e pene
     Fresco vigor ricoglie:
     Nè la franchezza allenta,
     Fin che ’n Sion a te non si presenta.
8          O sommo Dio de le celesti squadre,
     Al mio gridar attendi:
     Di Iacob almo padre,
     L’orecchio inchina e ’ntendi.

     Scudo nostro e difesa
     Volgi a l’Unto tuo Re la faccia accesa.
9          Perchè appo te le sante alme un dì solo,
     Più fa liete e tranquille
     Che nel profano suolo,
     Non fanno giorni mille:
     E di star a tua soglia,
     Più che d’empi in palazzi il cor m’invoglia.
10          Tu schermo, tu ripar, tu sole vivo,
     Farai, con gloria e grazia,
     All’uom di frode schivo
     D’ogni ben l’alma sazia.
     Signor di stuoli armati,
     Que’ che sperano in te son pur beati!

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