< I Salmi di David (Diodati)
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SALMO X SALMO XII

SALMO XI.

1          De l’alta viva speme,
     Che mi rinfranca l’alma,
     Nel gran Signor lo stelo è fisso e fermo.
     In lui, s’afflitta geme,
     Poso la grave salma.
     Come, per pronto in vista e fido schermo,
     Mi dite, Ratto a l’ermo
     Poggio sia il vostro scampo:
     Qual uccel vola snello?
     Che gli empi l’arco fello
     Teso, e le quadrella accoccate in campo
     Han, per ferir il puro
     Diritto cor, in luogo occulto e scuro.
2          Se, smossi i fondamenti
     D’ogni ragion, lo stato
     Inchinato, minaccia alta ruina:
     Son pur di colpa esenti
     I pii, cui il danno è dato.
     S’ogni sostegno lor manca e dichina,
     Resta, ch’a la divina

     Mercede abbian ricorso.
     Il Signor ne la sede
     Del santo Tempio siede,
     Ch’egli fermò del ciel su’l ratto corso.
     Con le palpebre prova,
     E vede ciò che l’uom nel cor si cova.
3          Del giusto, in doglie e pene,
     Ben fa saggi severi.
     Ma, ne l’alma spietati odi e rancori,
     Contra gli empi ritiene,
     Di cor atroci e fieri.
     Piover di solfo fetidi vapori,
     Vampe, faville, ardori,
     Farà su la ribella
     Degli empi altera banda.
     Mescerà lor bevanda,
     Nel nappo del furor, turbo e procella.
     Perchè il giusto Signore
     Al dritto e a la ragion porta favore.

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