< I Salmi di David (Diodati)
Questo testo è stato riletto e controllato.
SALMO XLII.
SALMO XLI SALMO XLIII

SALMO XLII.

1          Qual assetato rugge
     Dietro a’ freschi ruscelli
     Cervo, che corno fugge
     Di cacciatori isnelli:
     Tal dietro a te si strugge,
     O Dio mio, l’alma ansante.
     Almo fonte di vita,
     Quando sarà gradita,
     Da comparirti inante?
2          Da l’occhio lagrimoso
     Piove dirotto umore,
     Che, per cibo doglioso,
     Sugge l’afflitto core.
     Nè di notte ho riposo,
     Nè tregua al chiaro giorno:
     Mentre m’è detto ognora
     U’ fa il Dio tuo dimora?
     Con accorante scorno.
3          Ne’ cocenti sospiri,
     Par che ’l cor mi si schianti,
     E che ’n vena si giri
     Di traboccati pianti:
     S’avvien che ’n se rimiri
     Quando al sagrato Tempio
     Andava giubilando,
     Ed al popol cantando
     Dava di festa esempio.
4          Ma perchè, anima mia,
     Sconsolata t’arrendi?
     Ergati fede pia,
     E ’l tuo Signor attendi.
     Il singhiozzar di pria

     In canto fie rivolto.
     Che l’arrecar salute
     È la natia virtute
     Del suo beato volto.
5          O Dio, che ’n fede adoro,
     L’alma mia in terra giace:
     Ma per te mi rincoro
     E mi rimembro in pace
     Di tue grazie il tesoro:
     Da le piagge silvestri
     U’ Iordan sgorga il fonte,
     Da Misar ermo monte,
     D’Hermon da’ gioghi alpestri.
6          Un abisso di mali
     Dietro a sè l’altro appella,
     Qualor i tuoi canali
     Versan fiera procella
     Su’ miseri mortali.
     I tempestanti flutti
     Del tuo cruccioso mare
     Sopra me fai passare,
     Ed inondarmi tutti.
7          Ma pur sperar mi giova
     Altri giorni e altre notti,
     Se ’l Signor mi rinnova
     I favori interrotti.
     Luci di gioia nuova,
     Ombre d’alto riposo,
     Da cantar la tua aita,
     O Dio de la mia vita,
     E pregarti pietoso.
8          Ma, mentre queto aspetto
     Piene letizie, o Dio,
     Perchè, o fido ricetto,
     M’affondi ne l’oblio,
     Lunge dal tuo cospetto?

     Perchè, in lutti infelici
     Le membra scolorite
     Traggo, per le ferite
     D’oppressanti nemici?
9          A pene dolorose
     Giungon scherni mordaci,
     E mi dan fitte ascose
     Quando, esultanti e audaci,
     Con voci dispettose,
     Chieggon a tutte l’ore,
     Qual è quel loco occulto,
     Ove si sta sepulto
     Il tuo sovran Signore?
10          Ma perchè anima mia
     Sconsolata t’arrendi?
     Ergati fede pia,
     E ’l tuo Signor attendi.
     Il singhiozzar di pria
     In canto fie rivolto:
     Esso è mio Dio, e salute
     Mi porge sua virtute,
     E mi rischiara il volto.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.