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SALMO XLII.
1 Qual assetato rugge
Dietro a’ freschi ruscelli
Cervo, che corno fugge
Di cacciatori isnelli:
Tal dietro a te si strugge,
O Dio mio, l’alma ansante.
Almo fonte di vita,
Quando sarà gradita,
Da comparirti inante?
2 Da l’occhio lagrimoso
Piove dirotto umore,
Che, per cibo doglioso,
Sugge l’afflitto core.
Nè di notte ho riposo,
Nè tregua al chiaro giorno:
Mentre m’è detto ognora
U’ fa il Dio tuo dimora?
Con accorante scorno.
3 Ne’ cocenti sospiri,
Par che ’l cor mi si schianti,
E che ’n vena si giri
Di traboccati pianti:
S’avvien che ’n se rimiri
Quando al sagrato Tempio
Andava giubilando,
Ed al popol cantando
Dava di festa esempio.
4 Ma perchè, anima mia,
Sconsolata t’arrendi?
Ergati fede pia,
E ’l tuo Signor attendi.
Il singhiozzar di pria
In canto fie rivolto.
Che l’arrecar salute
È la natia virtute
Del suo beato volto.
5 O Dio, che ’n fede adoro,
L’alma mia in terra giace:
Ma per te mi rincoro
E mi rimembro in pace
Di tue grazie il tesoro:
Da le piagge silvestri
U’ Iordan sgorga il fonte,
Da Misar ermo monte,
D’Hermon da’ gioghi alpestri.
6 Un abisso di mali
Dietro a sè l’altro appella,
Qualor i tuoi canali
Versan fiera procella
Su’ miseri mortali.
I tempestanti flutti
Del tuo cruccioso mare
Sopra me fai passare,
Ed inondarmi tutti.
7 Ma pur sperar mi giova
Altri giorni e altre notti,
Se ’l Signor mi rinnova
I favori interrotti.
Luci di gioia nuova,
Ombre d’alto riposo,
Da cantar la tua aita,
O Dio de la mia vita,
E pregarti pietoso.
8 Ma, mentre queto aspetto
Piene letizie, o Dio,
Perchè, o fido ricetto,
M’affondi ne l’oblio,
Lunge dal tuo cospetto?
Perchè, in lutti infelici
Le membra scolorite
Traggo, per le ferite
D’oppressanti nemici?
9 A pene dolorose
Giungon scherni mordaci,
E mi dan fitte ascose
Quando, esultanti e audaci,
Con voci dispettose,
Chieggon a tutte l’ore,
Qual è quel loco occulto,
Ove si sta sepulto
Il tuo sovran Signore?
10 Ma perchè anima mia
Sconsolata t’arrendi?
Ergati fede pia,
E ’l tuo Signor attendi.
Il singhiozzar di pria
In canto fie rivolto:
Esso è mio Dio, e salute
Mi porge sua virtute,
E mi rischiara il volto.