< I Salmi di David (Diodati)
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SALMO XL SALMO XLII

SALMO XLI.

1          O beato colui
     Che, saggio in giudicar, il fren non scioglie
     A temerario ardire,
     De l’afflitto al veder gli affanni e doglie.
     Anche ne’ mali sui
     Farà il Signor ch’alleggiato respire,
     Nè ’l lascerà perire.
2          E d’esso guardia fida
     Sempre farà, contra mortali offese
     Schermendo la sua vita:
     Sì che le voglie e ’nsidiose imprese
     De l’ostil turba infida
     Andranno vote, e goderà compita,
     Felicità gradita.
3          Che, se talor in letto
     Di febbri e di languor oppresso giace,
     Il Signor lo sostiene,
     Sì che la morte non l’atterra e sface:
     Ed a l’ansante petto,
     Col rivoltar le piume egli sovviene,
     Disacerba le pene.
4          Di me, caro Signore,
     I’ te ne prego in fè pietà ti vegna:
     La fiacca alma risana,
     Che colpa contra te commisi indegna.
     De’ nemici il rancore
     Contra me sfoga, in foggia aspra e villana,
     Maladizion insana.
5          Quando da morte estinto
     Sarà egli mai, sì che ’l suo nome pera
     D’infra l’umana gente?
     E se a me viene alcun di loro schiera,

     Lusinga di cor finto,
     Tosco di frodi accoglie in sen presente,
     E fuor lo spande assente.
6          Di me scuri bisbigli
     Fanno tutti color, che d’odi fieri
     Mi son spietati e avversi:
     E forman del mio mal tristi pensieri:
     Egli è pur ne’ vincigli
     De la pena de’ suo’ fatti perversi,
     N’unque può riaversi.
7          Ancora l’uom, ch’amico
     Mi provò sempre e ’n cui riposto avea
     Sincera e ferma fede,
     E ch’a mangiar mio pan meco sedea;
     Scosso ’l dover antico,
     Incontra me levò, per ria mercede,
     Lo scellerato piede.
8          Ma di me pietate,
     Signor, abbi e mi fa risorger erto.
     A’ mie’ nemici allora
     Renderò il giusto ed adeguato merto.
     Or so che ti son grate
     Le preci mie, che non trionfa ancora
     Chi tanto m’addolora.
9          Anzi, per tuo ristoro
     Racquistato ho l’almo vigor smarrito:
     E nel tuo cospetto
     Sarà in eterno fermo e stabilito.
     Or, con canto sonoro
     Per ogni età sie d’Israel diletto
     L’alto Dio benedetto.

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