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Occhi, vele di smalto, nostalgia
dell'anima, astri vividi cui tesi
le braccia stanche, dolci lumi accesi
languidamente di malinconia,

laghi d'azzurro cui sembra, o Maria,
terribilmente un'atra nube pesi,
occhi in un cielo placido sospesi,
ali soavi di ogni gioia mia,

rifugio dei tormenti e delle pene,
torri d'avorio solitarie, porte
sacre dei regni di felicità,

pupille ora stravolte, ora serene,
in cui, come su tripodi, la Morte
brucia l'incenso della voluttà.

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