< Il Conte Rosso < Atto secondo
Questo testo è completo. |
Giuseppe Giacosa - Il Conte Rosso (1880)
◄ | Atto secondo - Scena quarta | Atto secondo - Scena sesta | ► |
Challant, Clara e detti.
- Challant
correndo.
- Sire, sire!
- Amedeo
- Ibleto!
- Challant
- Rimandate costoro.
Amedeo esita.
- Rimandate
- Costoro, per pietà!
Ad un cenno di Amedeo escono Savino, Ilario e Besso.
- Amedeo
- Che avvenne?
- Clara
- Sire,
- Giunge la grande Contessa.
- Amedeo
- Mia madre?
- Chi sei, perch'io ti creda?
- Clara
- Una meschina
- Della Contessa madre. Io la seguiva
- Su per la strada che sale da Ivrea,
- Quando intesi nomar fra due villani
- Il conte di Challant. Venni in sospetto
- Della vostra presenza e m'indugiai
- Per darmi al bosco; donde, tolto a guida
- Un fanciullo e correndo e inerpicandomi
- Per macchiosi dirupi, eccomi giunta
- Ad avvisarvi.
- Amedeo
- È presso?
- Clara
- La precedo
- Forse di un'ora. In tortuosi giri
- La sua strada s'allunga e la chinea
- Lentamente procede.
- Amedeo
- Oh mie perdute
- Speranze!
- Challant
- Noi siam forti.
- Amedeo
- È solo forte
- Chi sa gittar gli affetti come vuota
- Guaina, inciampo al corso.
- Challant
- La minaccia
- Può condurla ad accordi.
- Amedeo
- Essa con tutta
- La vital fiamma del cor mi respinge;
- Io la respingo con tutta la giusta
- Mia coscienza. Accordi noi!
A Clara.
- Che attendi?
- Sei tu qui per spiarmi? E chi ti mosse
- Al non richiesto avviso? Va.
- Challant
- Fidate
- In lei, vien da Borburga, io la condussi
- In Ripaglia.
- Clara
- Di me, sire, non curo.
- Ma, se può una meschina osar consigli,
- Guardatevi da Bona: essa non cela
- Il malo sdegno.
- Amedeo
- Taci.
- Challant
- Provvedete,
- Preme il tempo.
- Amedeo
- Challant, non mi soccorre
- Un sol consiglio! La mia buona mente,
- Già sì pronta al riparo, mi si stagna
- Come lago per gelo, e nell'estrema
- Ora la consueta opra ricusa.
- Io con mia madre! Qui non è terreno
- D'ipocrite menzogne; aperta scatta
- Qui nell'urto terribile la fiamma,
- E l'incendio che avvampa o madre o figlio
- Divora, e sul mio nome immacolato
- La sua densa caligine depone.
- Challant
- Vi smarrite di core!... all'opra, all'opra.
- Amedeo
- Vieni, io le cedo campo: non mi regge
- L'animo d'affrontarla.
- Challant
- E tanto ancora
- L'amate!
- Amedeo
- Il mio buon nome, amo.
- Challant
- Nol salva,
- Ma lo infama, la fuga. Il dado è tratto:
- Impegnaste la fede a quei villani.
- Di private contese essi non sanno,
- Essi fidan nei patti, e li tradite
- Coll'abbandono. Voi siete il signore
- Vostro in tutto il poter; chi vi s'oppone
- Si fa ribelle. Voi solo nasceste
- Di Savoia, la madre è una Borbone.
- L'onta al ceppo risale. La catena
- Feudal nei maschi s'inanella e, voi
- Giusto, nei figli si rannoda intera.
- La colpa altrui vi fa trista la vita,
- Vi disonora la vostra. Scegliete.
- Amedeo
- Ritenteremo la prova.
- Challant
- E se intanto,
- Disperati di voi, tornano al primo
- Mal consiglio i villani?
- Amedeo
- Che?
- Challant
- Se a notte
- Il minacciato eccidio...
- Amedeo
- Chiama Ilario,
- Le sue genti raduna, occupa in armi
- La rocca, e il resto a Dio!
- Challant
fa per uscire, poi a Clara.
- Son molti armati
- Colla Contessa?
- Clara
- Cinque lance, scelte
- Fra le genti del sir di San Martino.
- Amedeo
- Del sir di San Martino!
A Challant.
- Attendi.
Va verso la porta.
- Ilario!
Ilario entra.
- Manda vedette sulla via d'Ivrea
- E dammi avviso di tutto.
Ilario esce. A Clara.
- Or pon mente:
- A che ne vien mia madre?
- Clara
- A un'adunata
- Coi diserti baroni.
- Amedeo
- Essa è l'attesa
- Dei baroni?
- Clara
- E chi mai?
- Amedeo
- Non han contezza
- Di me, dunque?
- Clara
- Vi credono nel campo
- Dei ribelli.
- Amedeo
- Siam salvi. Il designato
- Prigione è Bona.
- Challant
- Bona?
- Amedeo
a Clara.
- Odi. Mia madre
- Fu che scelse a convegno questa rocca?
- Clara
- Mah...
- Amedeo
- Rispondi.
- Clara
- No, sire. Essa teneva
- Per Ivrea, ma si arrese alle iterate
- Preghiere dei baroni, ché gli avversi
- Ghibellini vi temono.
- Amedeo
- Quei lupi
- L'hanno tratta al lor covo. Oh, un buon consiglio...
- Presa la madre, io la ricompro, e il prezzo
- È un patto di sevizie. A noi!
- Challant
- M'apposto
- Contro i due sgherri d'Albiano?
- Amedeo
- Guàrdati
- Dal farlo. Per un regno non vorrei
- Indugiarli d'un passo. Spargi voce
- Di mia madre, che giunge e ch'io l'attendo,
- E che un comun proposito ci unisce.
- Va, corri, io qui t'aspetto.
Challant esce.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.