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Giuseppe Giacosa - Il Conte Rosso (1880)
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Amedeo, Clara, poi Savino.
- Amedeo
- Tu mantieni
- Le tue promesse, o Canavese.
A Clara.
- Acerbo
- Ti fui... perdona. Intesi che ne vieni
- Di Borburga: una terra ove fui lieto.
- Da gran tempo ne manchi?
- Clara
- Dal torneo.
- Amedeo
- Qual torneo?
- Clara
- Il vostro cogl'Inglesi.
- Amedeo
- Un fausto
- Giorno e un caro paese mi ricordi,
- E ciò nell'ora del cimento. Sei
- Di buon augurio, fanciulla. E tu servi
- Mia madre da quel giorno?
- Clara
- Appunto.
- Amedeo
- Mai
- Non ti vidi. Com'è il tuo nome?
- Clara
- Clara.
- Amedeo
- Giovin così, così bella, t'imbranchi
- Nel vecchio stuol delle materne ancelle?
- Io ti dono a mia moglie.
- Clara
- Concedete
- Che rimanga con Bona.
- Amedeo
- Ti è sì grato
- Il suo servigio?
- Clara
- Vi giova.
- Amedeo
- Che? Infatti
- Sollecita accorresti a darmi avviso
- D'imminente periglio. Non conosco
- Dunque tutti i miei fidi? È ver che spesso
- Un buon servizio è la via più sicura
- All'insidia...
- Clara
- Oh!
- Amedeo
- Per Dio, questa continua
- Necessità di sospetti è odiosa:
- Se l'insidia riveste un tal sembiante
- Mi coglie disarmato. Amo piuttosto
- Parer credulo agli altri che a me ingiusto.
- Perché lasciasti il paese? Rispondi.
- Arrossi... e tremi? Ti faccio paura?
- Via, mia bella fiamminga, nel tuo sguardo
- È una schietta dolcezza e nel tuo viso
- Una schietta bontà; qui non c'incombe
- La noia di Ripaglia e il sussiego.
- Parla liberamente.
- Clara
- A che tacerlo?
- Se anche a riso vi mova il mio linguaggio
- Quanto viene dal cor non reca offesa.
- Spettatrice al torneo, nell'inesperto
- Giovanile bollore, io mi votai
- Per la vita al vincente.
- Amedeo
- A qual si fosse
- Vincente?
- Clara
- Sire, il voto non precesse,
- Ma seguì la battaglia.
- Amedeo
- Oh! Dove trovo
- Un amico!
- Clara
- Egli è grande, io mi dicea,
- Signoreggia le terre e i lor signori,
- Ha fasto e gloria e giovinezza, e pure
- Nel suo buio avvenir chi sa che un giorno
- Non trovi loco a giovevole aiuto
- La dimessa pietà d'una meschina.
- Amedeo
- Oh come accorger mi fai della mia
- Solitudine!
- Clara
- È ver, persin la fede
- Di una mia pari vi è grata.
- Amedeo
- Ti offesi!
- Clara
- Oh Sire, siete ben solo, ben solo,
- Solo più assai che nol pensiate; io veggo
- Giunger l'istante che dell'opra mia
- Vi bisogni... Purché torni efficace!
- Amedeo
- Che vuoi tu dir?
- Clara
- Che tutto vi minaccia,
- Che dovete tremar d'ogni minuto,
- Che un odio vigilante ed implacato
- Vi persegue, e non è pronta difesa
- Che v'assecuri. La notte che voi
- Partiste di Ripaglia, fu un terrore
- Indicibile. Bieca, accigliata,
- Bona correva le stanze, parlando
- Sconnesse voci di minaccia. Accorse
- La giovane signora e fu respinta
- Con mille vituperi; vi nomava
- Spumante d'ira e imprecando... percosse
- Una vecchia meschina, cacciò a mezzo
- La notte il conte d'Ardòn dal castello,
- Imprigionò la guardia della torre,
- E a noi tutte allibite e riluttanti
- Fece pregar dal cielo ogni periglio
- Sul vostro capo. Me la fioca voce
- Salvò dal sacrilegio, e mi fu dato
- Implorarvi benigna la Madonna.
- Amedeo
- E vuoi ch'io tema quando mi soccorre
- Tanto bene insperato, e fin nel campo
- De' miei nemici ho un angelo pietoso?
- Un angelo pietoso in vaghe forme!
- Come sei bella! Qui, più presso, lascia
- Che impari la dolcezza d'uno sguardo
- Spontaneamente amico. Come tremi!
- Come sollevi l'agitato seno!
- Qui...
- Clara
- Signore, signore, urge l'istante.
- Amedeo
- Cogliam le rose che Aprile ci manda,
- Pronti all'amor del pari e alla battaglia.
- Clara
- Oh, lo sentite che non ho difesa
- Contro di voi... pur mi vedeste appena...
- Amedeo
- Perché tarda ne giunge la dolcezza
- Dovrem gittarla per sempre? Siam noi
- Così ricchi di gioia da volerne
- Accumular gl'istanti sugli istanti
- Per crescerne gelosi il godimento?
- E l'occhio che sì bella oggi ti vede
- Ti avrebbe ieri veduta più bella?
- Io tutto a te mi affido, e voglio farti
- Mia vigil guardiana e consigliera.
- La mia casa è per me tanto deserta!
- Non dirlo, sai, che nessuno lo sappia.
- Bona mi ama, la mia donna è fedele,
- Sono invidia di figli e di mariti,
- Ma è così dolce posare la testa
- Sul nudo sen di una donna sicura,
- Che non pensi fra i baci al tradimento!...
- Clara
- Oh! fatemi morir, che più di gioia
- Non potrà darmi la vita!
- Savino
entrando.
- I baroni,
- I baroni!
- Amedeo
- Son giunti?
- Savino
- Ilario e Besso
- Vi attendono nell'orto.
- Amedeo
a Clara.
- A me!
- Clara
- Io raggiungo
- La gran Contessa.
- Amedeo
- Va dunque.
Clara esce per la destra. A Savino.
- E tu, attento
- A schiudermi le porte al primo cenno.
- Savino
- Eccoli.
- Amedeo
- Addio.
Esce per la destra.
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