< Il Misogallo (Alfieri, 1903)
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Sonetto IX
Sonetto VIII Epigramma II

SONETTO IX.

2 aprile 1791 in Parigi.

Ricchetti,1 Itala stirpe, arguto audace
Ingegno, a Senna in riva or muore acerbo;
Quando più par di sua facondia il nerbo
Debba ai Galli fruttar e senno, e pace;
Tal punto è questo, che sua morte spiace,
E a quei che i prischi errori ha posto in serbo,
E a quei che già di Libertà superbo
Sen va, mentr’ella nata-morta giace.

Libero dunque era Ricchetti, o il finse?
Poichè ambe in esso le contrarie parti
Speravan pur, finchè a parlar s’accinse? —
Ahi, Gallia, scarsa di sublimi parti;
Quai Demosteni hai tu, se tutti vinse
Costui, non Greco al dire, Italo all’arti?


  1. Ricchetti, o sia Arrighetti, nome di Casato Fiorentino, che dicesi essere il vero casato del Conte di Mirabeau, deputato agli Stati Generali, eletto per il terz’ordine dalla Città di Marsiglia. È da osservarsi una proprietà del suolo Francese, ed è che i traspiantati in Francia degenerano; ma i traspiantati di Francia in ogn’altro terreno, non migliorano mai.


Note

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