< Il Parlamento del Regno d'Italia
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Carlo Bernardo Mosca Enrico Gagliardi


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Carlo Matteucci


Nato nel giugno del 1821 in Forlì, da Vincenzo e Chiara Folfi, percorse gli studi elementari nella città nativa e gli universitari in Bologna, ove ebbe laurea nel 1859. — Di là si recò a Parigi in quel gran liceo scientifico che ha nome politecnico.

Rientrato in patria, avendo arricchito d’assai le proprie cognizioni, venne nominato alla cattedra di fisica in Ravenna, quindi, cresciuto in fama, fu invitato a coprire l’istessa carica nella celebre università di Pisa, ove egli non tardò a levare alto nome di sè e a vedere le sue lezioni frequentale da un numerosissimo concorso di uditori.

Varie sono le opere rese di pubblica ragione per parte del signor Matteucci; sarebbe troppo lungo il notarle, ma noi non possiamo far a meno di accennare ai suoi trattati dell’elettro-fisiologia che produssero alta sensazione nel mondo scientifico, e che valsero al Matteucci premi da parte dell’istituto di Francia, e la medaglia della società reale di Londra.

Posteriormente il prof. Matteucci riceveva l’insigne onore di esser chiamato a far parte dell’accademia delle scienze di Parigi, in qualità di membro corrispondente.

Fino a questo punto può dirsi che la vita dell’onorevole professore sia stata quasi assolutamente di scienziato; a datare dal 1848 egli divenne anche uomo politico. Nominato senatore nel Parlamento di Toscana, allorquando, dopo compiuta la restaurazione della famiglia di Lorena in quella bella provincia d’Italia, lo Statuto venne sospeso da prima, ed in seguito soppresso, il Matteucci si unì a tutti gli uomini rimarchevoli per onestà e per ingegno, onde protestare in tutti i possibili modi contro quell’iniquo abuso del governo granducale, e per promuovere nel paese un movimento lento, ma sicuro, che aveva per iscopo finale l’indipendenza e l’unita italiana.

Difatti, non appena questo moto ebbe alfine maravigliosa occasione di compiersi nel 1859, al prof. Matteucci venne affidata una missione straordinaria presso l’imperatore dei Francesi, missione che mirava a convincere Napoleone III della realtà delle aspirazioni fusioniste della Toscana, missione che il Matteucci adempiè con tutto lo zelo e l’abilità desiderabili. Non è da tacersi che il chiaro professore giovava nel tempo stesso all’Italia dettando sensatissimi articoli politici che vedevano la luce nel Journal des Dèbats.

Creato senatore del regno nel 1859, dal momento in cui egli siede,in questo augusto consesso, si può dire che non abbia mai cessato di farvi parte d’importanti commissioni, delle quali lo si sceglie ben sovente a, relatore. — Nè dobbiamo certo passare sotto silenzio che si fu al prof. Matteucci che il Senato accordò, l’insigne onore di riferire intorno al progetto di legge che proclamava Vittorio Emanuele II e i suoi discendenti a re d’Italia.

In questi ultimi tempi il governo ha nominato il cav. Matteucci ispettore generale dei telegrafi elettrici del regno; e lo ha insignito del collare di commendatore dell’ordine Mauriziano.



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