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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Carlo Severoli


II


Il Pellegrin, cui folta notte oscura
     Tra via sorprenda, volge incerto i passi
     Lento tento, e cogli occhi attenti, e bassi
     Va ricercando ov’è la via sicura:
5E se allor poi, che fatta è chiara, e pura
     L’aria, si trovi in mezzo a rupi, e sassi,
     Nel mirar quai passò perigli, stassi
     Col cuor colmo d’orrore, e di paura:
Tal dubbia strada un tempo, e d’orror piena
     10Malaccorto ancor’ io premendo gìa,
     In cui nulla splendea luce serena;
E tu sacro Orator sì alpestre, e ria
     L’additi a me, che aver battuto appena
     Creder poss’io sì perigliosa via.

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