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IL RE ENRICO VIII
PROLOGO
Non veniamo più per farvi ridere. Noi vi presetiamo oggi un grave spettacolo di avvenimenti importanti e dolorosi, di grandi e tragiche calamità, di scene nobili e commoventi ben atte a far scorrere le vostre lagrime. Coloro ai di cui cuori non è ignota la compassione, possono qui, se il vogliono, inumidire il ciglio; il soggetto ne è degno. Coloro che danno il loro denaro, sperando vedere rappresentati fatti storici e degni di fede, potran trovare qui la verità. A quelli che non hanno altro intento che di venire ad assistere ad una o due scene, per avere il diritto di dir poscia che la composizione è mediocre, io prometto, se saran mansueti e vòlti al bene, che nell’intervallo di due corte ore i loro occhi saranno assai ben ricompensati per lo scellino che hanno speso. Ma rispetto a coloro che non sono attirati che dal desiderio di vedere una rappresentazione pazza e licenziosa, di udire un incrociar di lame e di scudi, o vedere un buffone in veste screziata e orlata di giallo, ad essi io annunzio che delusi resteranno. Imperocchè sappiate, indulgenti uditori, che se noi struggessimo l’effetto delle grandi verità che stiam per sottoporvi con mostre tanto bizzarre quali sarebbero quelle di un pazzo, di un combattimento (oltre che sarebbe sperdere il disegno che la nostra imaginazione ha concepito, e l’idea in cui siamo di non rappresentar oggi che fatti avvenuti), rischieremmo di non avere un sol uomo di senno dalla nostra parte. Così in nome della bontà della vostr’anima, e per l’onore che avete di essere conosciuti quali persone componenti il primo uditorio della città, siate tanto dignitosi quanto noi lo desideriamo; Imaginate d’avere sotto gii occhi i personaggi della nostra nobile istoria, come se fossero anche vivi: imaginatevi di vederli in tutto lo splendore della loro grandezza e della loro fortuna, seguiti dalla folla e da una caterva d’amici devoti a loro. Osservate poscia come in un baleno si offusca la maggior gloria di questo mondo, e se quindi avrete talento di ridere, dirò che un uomo può piangere nel giorno delle sue nozze.