< Il Trecentonovelle
Questo testo è completo.
Novella CCII
CCI CCIII

A uno pover’uomo di Faenza è rubata a poco a poco una pezza di terra: fa sonare tutte le campane, e dice che è morta la ragione.

*

Simil invenzione fu quella che viene alla passata, ma molto trovò justizia piú questa; però che, essendo signore di Faenza Francesco de’ Manfredi padre di messer Ricciardo e d’Alberghettino, signore e savio e dabbene sanza alcuna pompa, che piú tosto tenea costume e apparenza con onestà di grande cittadino che di signore; avvenne per caso che uno possente di quella città avea per confine una pezza di terra a una sua possessione, la quale era d’uno omiciatto non troppo abbiente; e volendola comperare e piú volte fattone punga, e non essendovi mai modo perché quello omicciuolo il meglio che potea la governava, e mantenevasi la sua vita, e prima averebbe venduto sé che quella; di che, non potendo questo cittadino possente venire a effetto della sua volontà, si pensò usare la forza. Però che, essendo una piccioletta fossa tra lui e quell’altro per confine, ogni anno quasi quando s’arava la sua, pigliava, quando con un solco e un altro per anno, un braccio o piú di quella del vicino.
Il buon uomo, benché se n’accorgesse, non ardiva quasi dirne alcuna cosa; se non che con certi suoi amici secretamente si doleva; e tanto andò questa cosa oltre in pochi anni che se non fosse uno ciriegio che trovò nel detto campo che era troppo evidente a passarlo, però che ciascuno sapea il ciriegio essere nel campo di quello omicciuolo, e’ s’averebbe in poco tempo preso a poco a poco. Di che, veggendosi questo buon uomo cosí rubare, e scoppiando d’ira e di sdegno, e appena non potere non che dolersi, ma dirne alcuna cosa; come disperato, si muove un dí con due fiorini di moneta in borsa e va a tutte le gran chiese di Faenza, pregandoli e prezzandoli a uno a uno, che tutte le loro campane alle cotante ore dovessono sonare, pigliando ora disusata dal vespro e dalla nona. E cosí seguí; ch’e’ religiosi ebbono que’ danari, e al tempo dànno nelle campane gagliardamente, per forma che tutti quelli della terra dicono:
- Che vuol dir questo? - guatando l’uno l’altro.
Il buon uomo, come uscito di sé, correa per la terra. Ciascuno veggendolo dicea:
- O voi, che correte? O tale, perché suonano queste campane?
Ed egli rispondea:
- Perché la ragione è morta -; e in altra parte dicea: - Per l’anima della ragione, ch’è morta.
E cosí col suono delle campane gittò questo detto per tutta la terra, tanto che ’l Signore, domandando perché sonavono, e in fine, essendoli detto non saperne altro se non quello che ’l tal uomo andava gridando; il Signore mandò per lui, il quale v’andò con gran paura. Come il Signore il vide, disse:
- Vie’ qua; che vuol dir quello che tu vai dicendo? e che vuol dire el suono delle campane?
Elli rispose:
- Signor mio, io ve lo dirò, ma priegovi che io vi sia raccomandato; il tale vostro cittadino ha voluto comprare un mio campo di terra, e io non gli l’ho voluto vendere; di che, non potendolo avere, ogni anno quando s’è arata la sua, ha preso della mia, quando un braccio e quando due, tanto ch’egli è venuto allato a un ciriegio che piú là non può bene andare, che non fosse molto evidente; che benedetto sia chi ’l piantò! ché se non vi fosse stato, e’ s’avea in poco tempo tutta la terra.
Di che, essendomi tolto il mio da uomo sí ricco e sí possente, e io essendo, si può dire, un poverello, non sanza gran pena sostenuta e soperchio dolore, mi mossi come disperato a salariare quelle chiese che hanno sonato per l’anima della ragione ch’è morta.
Udendo il Signore il motto di costui, e la ruberia fattali dal suo cittadino, mandò per lui; e saputa e fatta vedere la verità del fatto, fece restituire la terra sua a questo povero uomo, facendo andare là misuratori, e darli di quella del possente allato a lui tanta quanta tolta gli avea della sua; e fecegli pagare due fiorini che avea speso in fare sonare le campane.
Questa fu gran justizia e gran benignità di questo Signore, come che colui meritasse peggio; ma pur, ogni cosa computata, ella fu gran virtú la sua, e la justizia del povero uomo non fu piccola, e dove dicea ch’elle sonavano per la ragione che era morta, e’ si potrebbe dire ch’elle sonorono per far resuscitare la ragione. Le quali oggi potrebbono ben sonare che ella resuscitasse.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.