< Il Trecentonovelle
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Novella CXXXIX
CXXXVIII CXL

Uno Massaleo da Firenze, essendo in prigione con uno giudice stato della Mercatantia, con una strana piacevolezza usata nel giudice si mostra avere errato.

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Massaleo degli Albizi fu uno nuovo uomo, e con molte nuove piacevolezze. Essendo costui stato in prigione buon pezzo e ancora essendovi, venne per caso che uno giudice della Mercatantia, assai giovane e pulito e chiaro, nel tempo del suo sindacato, per certa cosa accusato, non potendo per quella dar mallevadore, convenne che andasse alle Stinche. Massaleo veggendo questo giudice, entrò con lui in ragionamento, e per quello che v’era, e molte altre cose; e in fine lo invitò a cena, ed elli cenò con lui. Avendo cenato, e vegliato un pezzo, Massaleo veggendo che ’l giudice ancora non era fornito del suo letto, lo invitò a dormire con lui; e ’l giudice ancora, veggendo la domestichezza di Massaleo, si coricò nel letto. Dove ragionato che ebbono un pezzo, e venendo sul cominciare a sonneferare; e Massaleo mosso piú per piacevolezza che per vizio, e per comprendere un poco de’ modi del giudice, però che a lui stesso parea un bigolone, disteso il braccio per lo letto verso lui, gli pigliò il picciuolo, e cominciandolo a rimenare; il giudice, che già era mezzo addormentato, subito destossi, dice:
- Oimè, o che fé a costui vu?
Massaleo subito risponde:
- Perdonatemi, che io credea che fosse il mio.
E ’l giudice disse:
- In fé di Dio, voi smarriresti bene un’altra cosa, quando voi smarrite questa.
E Massaleo disse:
- Io era abbarbagliato già dal sonno, e non credea che altro che ’l mio ci fosse in questo letto - : e cominciò ad allegare con una gramatica grossa: - Domine judex, reputate non esse malitiam, sed errorem.
Dice il giudice:
- Mo, messer Massaleo, e’ par che vo’ sia per caleffare; lagàme dormire, che io ve ne prego.
E Massaleo ed egli s’addormentorono, e cosí finí quest’opera. Che saputa che questa novella di fuori fu per Firenze, li piú valenti uomeni che v’erano scoppiavono delle risa.
E ’l giudice poi per maraviglia del grande errore, e di Massaleo, quando a ciò pensava, parea quasi un uomo invasato; e fecesi recare un letto per lui, e in quello, mentre che stette in prigione, si dormí, acciò che Massaleo piú non cadesse in simile errore.

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