< Il Trecentonovelle
Questo testo è completo.
Novella CXXXVIII
CXXXVII CXXXIX

Non essendo obbedito dalla sua famiglia Buonanno di ser Benizo, armatosi tutto a ferro, corre la casa per sua.

*

Buonanno di ser Benizo fu uno fiorentino mercatante di spezieria. Era un uomo basso e largo e grosso; andava con uno tabarro, sempre sgollato, piloso molto nel collo; e avea per costume di bere la mattina, quando una volta e quando piú; e alcuna fiata s’abbatté a tale, che dicendo: «Andiamo a bere»; e ’l compagno gli dicea:
- Io non berei, se non fussi la cotal ora -; e Buonanno dicea:
- A cotest’ora purgo io il ventre -; ma dicealo a lettere grosse.
Ora venendo al fatto, questo Buonanno avea una sua moglie molto diversa; e quando Buonanno dicea: «Mela»; ed ella dicea: «Mela e pera», sempre borbottando e attraversando, e con lei non potea aver concordia. E veggendo il fante e la fante che la donna delle sue contese le piú volte rimanea al disopra, el fante e la fante ancora, ritrosendo contra Buonanno, poco il serviano. Onde, veggendosi Buonanno mal parato, pensò un dí d’andare in uno suo fondachetto, e ivi (ché v’erano l’armadure) s’armò da capo a piede; e quando fu armato, si reca in mano una sua spada nuda, ed esce fuori e comincia in terreno correre per tutto e dar della spada per gli assiti, gridando:
- Viva Buonanno.
Per tutto il terreno non trovò se non il fante; verso cui percosse con la spada di piatto, dicendo:
- Che viva?
Il fante mezzo fuor di sé, dice:
- Che vuol dir questo?
Dice Buonanno:
- Viene a dire panico pesto -; e dàgli di piatto sul capo, e dice: - Di’, viva Buonanno, o io t’ucciderò.
Il fante grida alle maggiori voci che poteo:
- Viva Buonanno.
E Buonanno dàlla su per la scala, e giugne alla cucina:
- Viva Buonanno.
La fante cominciò tutta a tremare. Buonanno dà con la spada in una pentola, e fanne mille pezzi. La fante stava come smemorata, e per la putta paura grida:
- Viva Buonanno, viva Buonanno.
E Buonanno ritorna in sala; e nel mezzo di quella, cavate e poste le brache, grida vie piú forte:
- Chi vuol portar le brache or ne venga per esse -; e grida: - Viva Buonanno -; facendo intorno alle brache grandissimi colpi e grandissime menature.
La donna, udendo il romore, fassi in capo di sala. E Buonanno cosí armato si fa incontro:
- Viva Buonanno; - e dàgli una buona di piatto.
La donna dice:
- Se’ tu, Buonanno? o che vuol dir questo?
E Buonanno croscia un’altra buona piattonata:
- Viva Buonanno.
Ancora nol disse; onde Buonanno tocca la terza
- Io dico: di’: viva Buonanno, o io t’ucciderò.
La donna a mal in corpo dice:
- Viva Buonanno, viva Buonanno.
E cosí per tutta la casa per questo modo trascorre.
E tornando verso la moglie e l’altra famiglia, disse:
- Ècci nessuno che si vogli mettere le mie brache? elle sono qui in terra, vada per esse. Io sono il signore...

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.