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ANNOTAZIONI
NUMISMATICHE GENOVESI
XXVIII.
IL DOGE ISNARDO GUARCO
HA CONIATO MONETA.
Alla insigne raccolta di S. A. R. il Principe Ereditario, era riservata la fortuna, d’altronde ben meritata, di accogliere la prima moneta ed unica fino ad oggi, del nostro ventesimo Doge. La serie Genovese, dapprima rappresentata piuttosto modestamente in quella ricca collezione, si era straordinariamente ingrandita in questi ultimi mesi, e per numero e per importanza. S. A. non celava la Sua compiacenza per questo incremento, dovuto a numerosi acquisti e specialmente a quelli fatti in occasione della vendita Avignone. Ma non mi riuscirebbe facile descrivere la contentezza dell’Augusto Principe, per la scoperta della moneta del Guarco; contentezza, che si mantiene viva ed intensa ancor oggi, sebbene siano passati molti giorni, da quando ritrovò quel soldino in mezzo ad una quantità di altre monete, che non facevano presagire di certo una sorpresa di questa fatta.
Argento della solita lega dei soldini. — Peso gr. 1,47.
Ritengo indispensabile l’avvertire, che la moneta presenta senza eccezione tutti i caratteri più spiccati, da escludere qualsiasi dubbio di falsità. L’attribuzione sua non può dar luogo a contestazione, perchè le iniziali Y G non possono convenire che all’Isnardo Guarco; e questa conclusione è confermata dai caratteri artistici e paleografici e dal numero dogale.
Non tedierò il lettore colla narrazione degli avvenimenti Genovesi intorno al 1436; ma non sarà fuor di luogo che io ricordi sommariamente, come al 28 marzo di quell’anno, i Capitani di Libertà che poco o nulla aveano conchiuso nei tre mesi di loro governo, lasciassero il posto al Guarco più che settantenne, eletto Doge dai popolari ed insediato pacificamente: e come Tommaso Campofregoso, fattosi eleggere Doge per la seconda volta, al 3 aprile, rimandasse il Guarco, monetando poi col numero XXI1.
Non essendo rimasto più di sei o sette giorni il Guarco a Palazzo, pareva improbabile che in così breve intervallo si fosse pensato ad emettere moneta in suo nome; ed in tale opinione conveniva lo scrivente, confermandola nei precedenti suoi scritti. La comparsa di questo soldino, viene a provare una volta di più, quanto sia conveniente l’astenersi da previsioni di questo genere. È evidente ormai, che la zecca non rimaneva inattiva, neppure per i pochi giorni della durata di un nuovo governo. D’altronde, poco tempo bastava, ad approntare un nuovo conio, e specialmente quello del presente soldino; essendo stato posto in opera, come giustamente mi faceva osservare S. A., il rovescio di alcuni soldini del Visconti colla sigla A, che servì ancora per il successore del Guarco.
Quantunque fosse indubitato spettare al Guarco il n. XX della serie monetale, perchè compreso tra i due dogati XIX e XXI del Campofregoso, non è tuttavia indifferente per lo storico e per il numismatico, il possedere la prova reale del fatto. E questa considerazione viene ad accrescere il pregio eccezionale del soldino qui descritto, che è il più prezioso ornamento della serie Genovese posseduta da S. A. R.
- ↑ Non è il caso di tener conto di qualche ducato dello stesso col n. XX. V. Ruggero, Ann. Gen., IX, in Gazzetta Numismatica dell’Ambrosoli, Anno IV.