< Il libro dell'arte
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Capitolo CLXXXVI
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Capitolo CLXXXVI.

Come si può improntare la propria persona, e poi gettarla di metallo.


A questo medesimo ancora ti puoi improntare la persona in questo modo. Fa’ fare una quantità o vuoi di pasta, o vuoi di cera: ben rimenata e netta, intrisa sì come fusse unguento, ben morbida; e sia distesa in su una tavola ben larga, sì come è una tavola da mangiare. Falla mettere in terra. Favvi distendere su questa pasta o ver cera, di altezza di mezzo braccio. Gittavi su, in quello atto che vuoi, o il dinanzi o il dirietro, o per lato. E se la detta pasta o ver cera ti riceve bene, fattene trarre fuora nettamente, tirandoti fuori per lo diritto, che non sia menato nè qua nè là. Lascia poi seccare la detta impronta. Quando è secca, falla gittare di piombo. E per lo simile modo fa’ l’altra parte della persona, cioè il contradio di quella che hai fatto. Poi raggiugni insieme; gittala di piombo tutta intera, o vuoi di altri metalli.

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