< Il milione (Laterza,1912)
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X. Come lo Gran Cane mandò Marco figliuolo di messer Niccolò per suo messaggio
IX XI

X (xvi)

Come lo Gran Cane mandò Marco figliuolo di messer Niccolò per suo messaggio.

Ora avvenne che questo Marco figliuolo di messer Niccolò, poco istando nella corte, apparò gli costumi tarteri e loro lingue e loro lettere, e diventò uomo savio e di grande valore oltra misura. E quando lo Gran Cane vide in questo giovane tanta bontá, mandollo per suo messaggio ad una terra, ove penò ad andare sei mesi. Lo giovane ritornò bene, e saviamente ridisse la ’mbasciata ed altre novelle di ciò che gli domandò, perchè il giovane avea veduto altri ambasciadori tornare d’altre terre e non sapeano dire altre novelle delle contrade fuori che l’ambasciata; egli gli avea il signore per folli, e diceva che piue amava gli diversi costumi delle terre sapere che sapere quello per che gli avea mandato. E Marco, sappiendo questo, apparò bene ogni cosa per sapere ridire al Gran Cane.

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