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  Ti dipinsi, o mio tesoro,
Disse rivolto Elpin alla sua bella:
Come hai del volto l’una e l’altra stella,
Che al povero mio cor dona ristoro,
Com’è vago il tuo crin, la guancia, il labbro, 5
Che di pietade è fabbro;
Tutto espressi fedel; solo restava
Di pinger il tuo cor, che più bramava;
Ma l’arte avara
Negò di colorar cosa sì rara. 10
Sorrise Nice allor grata al pastore.
E quel che non può l’arte espresse Amore.

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