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Questo testo fa parte della raccolta Versi di Giacomo Zanella


IL SONNO.

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     Odo d’api pascenti
Un confuso ronzio:
Al bosco un mormorio
4Odo di chiusi venti.
Ebbra l’anima nuota:
Alla pupilla incerta
Si scolora la nota
8Sulla pagina aperta.

     Veggo ombrose campagne
E solitari seggi:
Passan pastori e greggi,
12Passan laghi e montagne.
Per insensibil china
Entra sotterra un fiume,
Che lento mi trascina
16Sull’obblïose spume.

     Dell’antro in sulla porta
Lascio l’elmo e lo scudo,
E mi commetto ignudo
20A tenebrosa scorta.
Pende ignava la mano:
Vacillante e sopita
Ecco afferra uno strano
24La lampa di mia vita.

     Pari alle morte fronde
Che per cieco cammino,
Se il grido è ver, l’Eusino
28Manda del Caspio all’onde,
Verso la nova aurora
Pe’ silenti canali,
Che il sol mai non esplora,
32Nuotan meco i mortali.

     Lasciò l’aurato manto
Il tiranno sul trono,
Nè schifo ha del colono
36Che gli remiga accanto:
Al monaco il soldato
Sul collo un braccio posa:
Van, come cigni, allato
40Torquemada e Spinosa.

     Del superbo pensiero
Le vele ripiegate,
Sotto le ciglia il vate
44Trattien l’ombre del vero.
Che è? Lieve col braccio
Sospingo un uscio eburno,
E tranquillo m’affaccio
48A un mondo taciturno.

     Rosea luce discende
Da tutto l’orizzonte
Più marina, nè monte
52Il passo non contende.
Coronati di palma
Sugli opulenti piani,
Presso al ricolto, in calma
56Meriggiano gli umani.

     Sacro agli oscuri eroi,
Che col sangue e l’ingegno
Il fratellevol regno
60Maturarono a noi,
Sorge un tempio: co’ doni
Salgon da’ quattro venti,
E sugli alti scaglioni
64S’inginocchian le genti.

     La man Bianca e la Nera
Stringon d’amore il patto:
Segnale del riscatto
68Sventola una bandiera;
E come tuon si spande
Sovra i mari una voce:
«Cristo risurse: grande
72Regna omai la sua Croce.»

     Trasalendo mi desto.
Ah, perchè farsi oscuro
Veggo il divin futuro
76Ne’ sogni manifesto?
Perchè, se l’ombra agguaglia
Tutti i nati d’Adamo,
All’antica battaglia
80Col novo sol torniamo?

     Perchè riprender gli odî
Col riprender de’ panni?
Perchè schiavi e tiranni
84Gareggiar d’astî e frodi?
Pari, quando la testa
Chiniamo in su’ guanciali,
Se la ragion si desta
88Più non saremo eguali?


     A più lontana spiaggia,
Per via men conosciuta,
Frettolosa la muta
92Del tempo onda vïaggia.
La sconsolata riva
Ombran foschi cipressi:
April mai non ravviva
96I gelati recessi.

     Là degl’imi e de’ grandi
Rompono le fortune:
Sulle temute dune
100Giaccion porpore e brandi:
E l’anima soletta,
Simile a pellegrina
Che a tergo il nembo affretta,
104Verso altro ciel cammina.

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