Questo testo è stato riletto e controllato. |
Questo testo fa parte della raccolta Rime (Cino da Pistoia)
In fra gli altri difetti del libello,
Che mostra Dante signor d’ogni rima,
Son duoi sì grandi, che a dritto s’estima
Che n’haggia l’alma sua luogo men bello.
L’un è: che, ragionando con Sordello5
E con molt’altri della dotta scrima,
Non fe motto ad Onesto di Boncima
Ch’era presso ad Arnaldo Danïello.
L’altr’è; secondo che ’l suo canto dice,
Che passò poi nel bel coro divino10
Là dove vide la sua Beatrice,
E quando ad Abraam guardò nel sino
Non riconobbe l’unica fenice
Che con Sïon congiunse l’Apennino.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.