Questo testo è completo, ma ancora da rileggere.
Ecco, i destrieri a la perpetua mèta La bella, che lo scettro ebbe in destino
Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/Versi di occasione


LVII


AL PRINCIPE DI PIEMONTE

nella stessa occasione.


     In questo sacro dí, mentre la vita
a la Vita de l’alme aspri flagelli
flagellan sí, che tepidi ruscelli
piove di puro sangue ogni ferita;
     Morte, per vomitar l’ésca rapita,
apre le fauci de’ profondi avelli;
onde mirabilmente, a questi e quelli
stami giá rotti, è nova linea ordita.
     Ma la tomba infelice, ov’io sotterra
giaccio, fra l’ombre e fra gli orrori involto,
misero! ancor per me non si disserra.
     E qui, finché per te non ne fia tolto,
Vittorio, vincitor di tanta guerra,
il cadavere mio vivrá sepolto.

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