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In un gravoso affanno
ben m’ha gittato Amore
e non mi tegno a danno
amar sì alta fiore;
5ma, ch’eo non sono amato,
Amor fece peccato
che ’n tal parte donaomi intendimento;
conforto mia speranza,
pensando che, s’avanza,
10bono sofrente aspetta compimento.
Per ciò non mi dispero
d’amar sì altamente;
adesso merzé chero
servendo umilemente,
15ch’a pover omo avene
ca avventura ha bene;
che monta ed ave assai di valimento;
però non mi scoragio,
ma tuttor serviragio
20a quella c’ave tutto insegnamento.
Dat’ho la mia intendanza,
già mai non si rimove,
e servo con leanza
che ’n essa merzé trove.
25Solo questo mi faccia:
s’eo l’amo, no le spiaccia,
e tegnolomi in gran consolamento;
com’omo ch’a disagio
aspetta d’aver agio,
30poco di bene piglia per talento.
Tanto m’este a plasere
d’aver sua segnoria,
ch’eo non disiro avere
altra donna che sia.
35Come quello che crede
salvarsi per sua fede,
per sua legge venire in suo talento:
a mevi così pare,
non credo mai scampare
40sed ella me non dà consolamento.