Questo testo è incompleto.
In buona veritá, non m'è avviso Ercol, Cibele, Vesta e la Minerva
Questo testo fa parte della raccolta XVIII. Ser Pietro de' Faitinelli detto Mugnone

III

Scherza sulla morte della sua donna.

Io non sconfesso, Morte comunale,
che pur non tegna dono e cortesia:
ch’entrasti ’n corpo de la donna mia;
4e, s’io ne fosse ingrato, farei male.
Ma era si tua amica speciale,
e stata sempre a la speranza tia,
che non li dovei romper compagnia:
8or disdi’ poi che non se’ misliale!
Deh dimmi come ed onde fu tua entrata
e gita, ché v’avia piú forti passi
11e stretti, che tra Còrduba e Granata.
Gran maraviglia panni che v’entrassi;
e piú, che non vi se’ dentro affogata:
14ben credo, Morte, che ti disperassi!

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