< Isaia (Diodati 1821)
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capitolo 25 capitolo 27

26
 IN quel giorno si canterà questo cantico nel paese di Giuda: Noi abbiamo una città forte; Iddio vi ha posta salute, per muro, e per riparo1.

2 Aprite le porte, ed entri la gente giusta che osserva ogni lealtà.

Questo è un pensiero fermo; tu le manterrai la pace, la pace, perciocchè si confida in te.

4 Confidatevi nel Signore in perpetuo; perciocchè nel Signore Iddio è la Rocca eterna.

5 Perciocchè egli ha abbassati quelli che abitavano in luoghi alti, in città elevata; egli ha abbattuta quella città; egli l’ha abbattuta fino in terra, e l’ha messa fin nella polvere.

6 Il piè la calpesterà, i piedi de’ poveri, le piante dei miseri.

7 Il cammino del giusto è tutto piano; tu addirizzi, e livelli il sentiero del giusto2. 8 Noi ti abbiamo aspettato, o Signore, Eziandío nella via de’ tuoi giudicii; il desiderio dell’anima nostra è stato intento al tuo Nome, ed alla tua ricordanza.

9 Di notte io ti ho desiderato nell’anima mia; Eziandío in sul far del giorno ti ho ricercato con lo spirito mio che è dentro di me; perciocchè, secondo che i tuoi giudicii sono in terra, gli abitanti del mondo imparano giustizia.

10 Se si fa grazia all’empio, egli non impara però giustizia3; anzi opera perversamente nella terra della dirittura, e non riguarda all’altezza del Signore.

11 O Signore, la tua mano è eccelsa, ed essi nol veggono; ma lo vedranno, e saranno confusi; la gelosia per lo tuo popolo, anzi il fuoco apparecchiato a’ tuoi nemici, li divorerà.

12 O Signore, disponci la pace; perciocchè Eziandío tu sei quello che hai fatti tutti i fatti nostri.

13 O Signore Iddio nostro, altri signori che te ci hanno signoreggiati; ma per te solo noi ricordiamo il tuo Nome.

14 Quelli son morti, non torneranno più a vita; son trapassati, non risusciteranno più; perciò tu li hai visitati, e li hai sterminati, ed hai fatta perire ogni lor memoria.

15 O Signore, tu hai accresciuta la tua gente; tu l’hai accresciuta; tu sei stato glorificato, tu hai allargati tutti i confini del paese.

16 O Signore, quando sono stati in distretta, si son ricordati di te; hanno sparso un basso lamento, mentre il tuo castigamento è stato sopra loro.

17 Come la donna gravida, quando si avvicina al parto, si duole, e grida ne’ suoi dolori; così siamo stati noi, per cagione di te, o Signore.

18 Noi abbiam conceputo, ed abbiam sentiti dolori di parto; ma non abbiamo fatto altro che come se avessimo partorito del vento; noi non abbiamo operata salute alcuna alla terra, e gli abitatori del mondo non son caduti.

19 I tuoi morti torneranno a vita, il mio corpo morto anch’esso, e risusciteranno. Risvegliatevi4, e giubilate, voi che abitate nella polvere; perciocchè, quale è la rugiada all’erbe, tal sarà la tua rugiada, e la terra gitterà fuori i trapassati.

20 Va’, popol mio, entra nelle tue camerette, e serra il tuo uscio dietro te; nasconditi, come per un piccol momento di tempo5, finchè sia passata l’indegnazione.

21 Perciocchè, ecco, il Signore esce del suo luogo, per far punizione dell’iniquità degli abitanti della terra contro a lui6; e la terra rivelerà il suo sangue, e non coprirà più i suoi uccisi.

  1. Is. 60. 18.
  2. Sal. 37. 23.
  3. Eccl. 8. 11, 12. Rom. 2. 4.
  4. Ezec. 37. 1, ecc. Dan. 12. 2.
  5. 2 Cor. 4. 17.
  6. Mic. 1. 3. Giuda, ver. 14, 15.

Note

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