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Gabriele D'Annunzio - Isaotta Guttadàuro (1886)
Lai
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LAI
La Luna diffonde
pe’ cicli suo latte:
a lei, chiuse e intatte,
sospirati le selve,
profonde.
Un murmure, lento,
si spande ne ’l piano;
e giunge un lontano
di cervi bramire
su ’l vento.
Discende ne l’ode
la dea che m’è dolce;
e a me i suoni molce
de ’l verso. Ma l’altra
non ode.
Ma quella ch’io amo
non ode. I roseti
ancora han quieti
misteri e fan lungi
richiamo;
e ancor ne’ giacigli
rimangono l’orme
recenti e le forme
recenti tra i fiori
vermigli.
Ma quella ch’io bramo
non meco vi giace...
O cuor senza pace,
ed occhi miei lassi,
moriamo.
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