< Isaotta Guttadauro < Sonetti delle Fate
Questo testo è completo. |
Gabriele D'Annunzio - Isaotta Guttadàuro (1886)
Mirinda
◄ | Sonetti delle Fate - Eliana | Sonetti delle Fate - Melusina | ► |
MIRINDA
Mirinda e il fido, ne l’occulta stanza,
adagiati su’ troni orientali,
dilettansi a gittar lucidi strali
sotto i piè d’un fanciul nudo che danza.
Un grande e bianco augello, a passi eguali,
carico d’otri, sparge in abondanza
acque d’ambra d’insolita fragranza
su i marmi che dan lume ai penetrali.
— Vedrem fiori, com’ampie urne, fiorire;
berremo un vin ne’ puri alvi de’ frutti;
e guarderemo entro smeraldi il sole. -
Dice Mirinda. E il tremulo nitrire
de’ liocorni e il murmure de’ flutti
si mescono a le sue lente parole.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.