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Gabriele D'Annunzio - Isaotta Guttadàuro (1886)
Oriana infedele
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ORIANA INFEDELE
Quando Amadigi con l’eterna amante
giunse a l’isola Ferma (auree ne ’l giorno
lucean le mura ed i verzieri in torno
aulivano), le porte d’adamante
s’apriron mute e gravi, a ’l suon de ’l corno;
ma, lasciando Orïana a Floridante,
il Donzello del mare, almo e raggiante,
penetrò solo ne ’l divin soggiorno.
Disse a la donna il bel sir di Castiglia:
— Ahi che troppo di te m’arse il desio!
Or tu m’odi! - E la trasse ai labirinti.
Mago ne l’aria odore di jacinti
vinse Orïana de ’l soave oblio.
Ridea Lurchetto in sua faccia vermiglia.
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