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XXVIII.1

A DIANA TRIVIA


Tu cui reina il cieco Erebo tiene
E Arcadia in terra cacciatrice t’ama,
Ma in ciel de l’Ore il biondo stuol ti chiama
4Bella Selene;

Ora che i bianchi corridor del lento
Freno tu tempri e regni su la diva
Notte, m’ascolta; se da noi t’arriva
8Prego o lamento.

Non tra quest’ombre io la vendetta affretto
Già meditata; il casto raggio odiando,
Non io prorompo a invadere co ’l brando
12Cognato petto.


Io amo: e Cintia, l’espugnata al fine
Cintia superba, a’ novi amor si rende;
E, dubitosa, del notturno scende
16Orto al confine.

Che tu nel carro de la luna stai
Intemerata come il ciel cui reggi,
Che dea severa te d’amor le leggi
20Non piegâr mai,

Cantano i vati: ma non sempre varia
De’ prometídi su le brevi paci
Vegli, ma in terra ti detragge a i baci
24Giovin di Caria.

Allor l’ambrosia i tuoi cavalli erranti
Pascono, l’aere alto silenzio ingombra,
E te lodando mesconsi per l’ombra
28Sacra gli amanti.

Or, bella diva, or vela il tuo splendore:
Corri pe’ templi aerei tacente:
Me Amor precede, e rompe la cedente
32Tenebra Amore.

Tu passi e splendi: sotto il vivo raggio
Ride il giardino in ogni lato aperto:
Io tra gli sguardi curïosi incerto
36Fermo il vïaggio.


Ah falsa dea! va’ su’ misteri orrendi
De’ druidi a correr sanguinosa, ascolta
L’emonie voci, e da le maghe svolta
40Ne l’orgie scendi.

E già scendesti da l’argentea biga
Ostie d’umani e d’ospiti a mirare
Su l’aspra riva cui l’aquilonare
44Flutto castiga:

Piú rea che quando il fior del disonesto
Eburneo corpo abbandonasti a Pane,
Calda d’amore a le donate lane,
48Fredda pe ’l resto.

Oh ben ti tolse il gran senno odïerno
E biga e soglio. Un vano idolo or sei;
E anch’io ti spregio, e torno a’ patrii dèi
52Vate moderno.



  1. [p. 282 modifica]È una variazione su l’idillio viii di Mosco, su l’elegia vii di Lod. Ariosto O ne’ miei danni...., su le stanze [p. 283 modifica]di Ph. Desportes Nuict jalouse nuict.... e su la canz. viii p. i di T. Tasso Chi di mordaci....

Note

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