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Giosuè Carducci - Juvenilia (1850)
Libro II - Invocazione
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XXIV.
INVOCAZIONE
Se te già tolsi con incerta mano
Dal latin ramo onde ancor Febo spira,
Caro a le Grazie or tu sonami, o lira,
4Carme toscano.
Canora amica, o le falangi astate
Ferocemente confortasse in guerra,
O riposasse ne la franca terra,
8Al lesbio vate
Tu gli dicevi e Cipride ed Amore
E giovin sempre di Semèle il figlio
E ’l crin di Lico e de l’arcato ciglio
12L’ampio fulgore.
Or io ti scoto. A me sorride il puro
Genio di Flacco: a’ divinati allori
E de le ninfe a’ radïanti cori
16Movo securo.
O cara a Giove ed a re Febo, insigne
Di cittadine mura adornamento,
Rispondi al vóto; e sperda il tuo concento
20L’alme maligne.
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