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Libro V - A un geometra
Libro V - A un poeta di montagna Libro V - A un filosofo


LXX.

A UN GEOMETRA


Dimmi, triangoluzzo mio squadrato,
Che al mondo se’ de gli animali rari,
Furono prima i ciuchi o i somari?
4E quel tuo capo è un circolo o un quadrato?

Anco: il cervel, se fior te n’è restato,
È isoscelo o scaleno o ha lati pari?
Se’ tu l’ambasciador de’ calendari,
8O un parallelogrammo battezzato?

Buona gente, i’ vi prego che pigliate
Questo bambolon mio c’ha di molt’anni
11E che ’l mettete a nanna e lo cullate.

Tenetel chiuso, ch’egli è un barbagianni,
E non fa che sciupar vie lastricate,
14Mangiar de ’l pane e consumar de’ panni.


E quando fuor d’affanni
Averà messo il dente del giudizio,
17Fate sonare a la ragion l’uffizio.

O bello sposalizio
Che vogliam fare come più non s’usa,
20Accoppiandolo a monna Ipotenusa!

E’ mi dice la Musa
Che di questi rettangoli appaiati
23Nasceran di be’ circoli quadrati.



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