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La piggion de casa Er traghetto
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831

L’OMO

     Guarda che ccosa è ll’omo, e ssi1 è ppeccato
De fà sparge a la guerra er zangu’ umano!
Dio, che ppò ffà ’ggni cosa da lontano
E ppiscià a lletto e ddì dd’avé ssudato,2

     Pe’ ccreà l’Omo sc’impiegò le mano;
E ddoppo avèllo3 bbene smaneggiato,
Je fesce hâh:4 e Adamo, pe’ cquer fiato,
Da un pupazzetto5 diventò un cristiano.

     E aveva appena cominciato a vvive,6
Che ggià ssapeva rescità l’istoria
Com’un de quarant’anni, e llègge, e scrive.

     E ssapeva chiamà ppuro7 a mmomoria
Tutte le bbèstie bbone e le cattive
Come noi conosscémo la scicoria.


Roma, 19 novembre 1831

  1. Se.
  2. [A chi ha la fortuna e la lingua del prossimo
    sempre favorevoli, anche quando sbaglia, si dice comunemente: Tu pòi piscià a letto, e ddì dd’avé ssudato; ovvero: Tu piscia a letto, e ppoî di’ ch’hai sudato.]
  3. Averlo.
  4. Gli fece hȃh: spirò sopra a lui il suo alito
  5. [Fantoccino.
  6. Vivere.
  7. Pure.

Note

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